Per Disturbo Specifico di Linguaggio o DSL si intende un disturbo evolutivo che compromette la sfera linguistica non associato ad altre patologie ad esempio problemi neurologici, ritardo cognitivo o perdita dell’udito e che quindi si presenta come una compromissione specifica dell’abilità di linguaggio. Nella classificazione dell’ICD 10 (International Classification of Diseases- redatta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) le principali manifestazioni vengono suddivise in:
F80.0: Disturbo Specifico dell’Articolazione e dell’Eloquio
Disturbo evolutivo specifico in cui l’uso dei suoni verbali da parte del bambino è al di sotto del livello appropriato per la sua età, ma in cui vi è un normale livello delle abilità linguistiche:
- ritardata acquisizione fonologica
- difficoltà articolatorie
- corretta produzione di sequenze sillabiche
- adeguato patrimonio lessicale
- comprensione verbale globalmente buona
- produzione semplificata ma corretta
- efficace comunicazione dei propri bisogni
- adeguata competenza gestuale
F80.1: Disturbo del Linguaggio Espressivo
Disturbo evolutivo specifico in cui la capacità del bambino di esprimersi tramite il linguaggio è marcatamente al di sotto del livello appropriato alla sua età, ma in cui la comprensione del linguaggio è nei limiti della norma.
- difficoltà fonologiche nell’organizzazione del lessico
- persistenti difficoltà nell’organizzazione dei suoni all’interno della parola
- sviluppo lessicale lento (0 parole a 24 mesi)
- assenza di combinazioni di 2 parole a 36 mesi
- limitato uso della morfologia libera, produzioni povere
- efficace comunicazione
- linguaggio interno integro (ad es. nel gioco)
- ritardo nell’associazione gesto + parola
- poco attivo nella comunicazione
F80.2: Disturbo Misto dell’Espressione e della Comprensione del Linguaggio
Disturbo evolutivo specifico in cui la comprensione del linguaggio da parte del bambino è al di sotto del livello appropriato alla sua età. Di conseguenza anche l’espressione del linguaggio è marcatamente disturbata e sono frequenti le anormalità nella produzione dei suoni verbali.
- anomalie fonologiche maggiormente persistenti
- rigidità nell’uso dei singoli fonemi
- comprensione lessicale deficitaria
- marcate difficoltà di accesso lessicale
- comprensione verbale deficitaria a 12 mesi per nomi familiari, a 18 mesi per oggetti di uso comune, a 24 mesi per istruzioni semplici
- difficoltà di comprensione di strutture sintattiche complesse
- gesto come sostituto della parola, anziché sua estensione
- ridotta L.M.E. (Lunghezza Media dell’Enunciato)
- possibili difficoltà nelle relazioni sociali
CAMPANELLI DI ALLARME 0-36 MESI
- assenza di lallazione e babbling tra i 4 e i 12 mesi (per es: ba-ba-ba e successivamente da-ba-pa-to)
- vocabolario espressivo inferiore a 50 parole a 24 mesi
- difficoltà di comprensione
- assenza di frasi a 36 mesi
- linguaggio incomprensibile o comprensibile solo dai familiari
- preferenza sistematica di un suono (frequentemente il suono T)
E se il mio bambino presenta uno o più campanelli di allarme?! Cosa devo fare?
Per prima cosa stare calmi e pensare che il primo passo per risolvere un problema è riconoscere il problema stesso! 🙂
L’ideale è poi rivolgersi ad un professionista, per una prima valutazione, che vi saprà rassicurare o consigliare sulla migliore strada da intraprendere insieme al vostro piccolo. Il linguaggio non è solo il modo preferenziale con cui comunichiamo agli altri, ma è il mezzo con cui strutturiamo il nostro pensiero e quindi il modo in cui interpretiamo noi stessi, gli altri e il mondo.
Il riconoscimento precoce di difficoltà di linguaggio permette di intervenire presto per evitare che queste si consolidino o possano, in futuro, creare difficoltà a scuola. (vedi i “fattori di rischio” nell’articolo su disturbi dell’apprendimento)