Hai bisogno di fare psicoterapia? Qual è lo psicoterapeuta più adatto alle tue esigenze?
Lavorare con un bravo psicoterapeuta può apportare cambiamenti positivi nella tua vita, ma la strada per trovare lo specialista giusto può rivelarsi accidentata e tortuosa. L’ideale sarebbe trovare uno specialista con un ufficio comodamente raggiungibile, che accetti nuovi pazienti, abbia esperienza nell’affrontare il tuo tipo di disagio, ti metta a tuo agio e – incrociamo le dita – magari sia anche economicamente conveniente.
Esistono diversi tipi di terapeuti, vari approcci alla terapia e per questo cambia anche il modo in cui scegliere lo specialista che risponda meglio ai tuoi bisogni.
Chi è lo psicoterapeuta?
Lo psicoterapeuta è un professionista sanitario – medico o psicologo – autorizzato all’esercizio della psicoterapia dall’Ordine professionale di appartenenza.
Uno psicoterapeuta è un professionista che si occupa della salute mentale dei pazienti e li aiuta a superare fattori di stress o disturbi emotivi parlando dei loro problemi e incoraggiandoli ad apportare dei cambiamenti comportamentali. Insomma, è ciò che ci si immagina che sia.
Le diverse qualifiche che si leggono prima del nome del terapeuta, come dottore in psicologia, psichiatra, etc si riferiscono alla laurea, al livello di istruzione o alla specializzazione della loro formazione professionale, commenta la psicoterapeuta Kathleen Dahlen deVos.
Un’altra importante precisazione: anche se gli psichiatri possono offrire la psicoterapia, esattamente come gli psicoterapeuti, in genere il loro obiettivo primario è effettuare delle diagnosi sulle condizioni di salute mentale, prescrivere e gestire l’assunzione di farmaci.
Poiché gli psichiatri sono medici autorizzati e in possesso di una laurea in medicina, sono in genere gli unici professionisti della salute mentale a poter prescrivere farmaci .
Per quanto riguarda gli “specialisti in terapia di coppia e familiare”, nonostante il titolo possa suggerire altrimenti, il lavoro di questi professionisti non si rivolge esclusivamente a coppie e famiglie.
“Al pari di altri psicoterapeuti, lavorano spesso con individui singoli e sono qualificati per valutare, diagnosticare e trattare un’ampia gamma di problemi relativi alla salute mentale”, dice Griffith Baker. “Ciò che caratterizza in modo univoco gli specialisti in terapia di coppia e familiare è che sono formati specificamente per esaminare l’influenza delle dinamiche familiari di un individuo e per lavorare con i pazienti tenendo presente il contesto delle loro relazioni interpersonali”.
I diversi approcci alla psicoterapia
Dopo aver familiarizzato con le varie figure professionali, scopriamo di più sui diversi tipi di psicoterapia a disposizione degli specialisti.
Spesso i professionisti della salute mentale espongono i propri approcci alla terapia sui siti internet o sui profili nelle riviste di psicologia. Alcuni basano il proprio lavoro sulla combinazione di diversi tipi di terapia e scelgono l’approccio più adatto a seconda delle esigenze del paziente.
La terapia cognitivo-comportamentale è probabilmente l’approccio terapeutico oggi più frequente. Si concentra sull’identificazione di schemi di pensiero negativi capaci di influenzare umore e comportamento e sullo sviluppo di strumenti volti a modificare tali abitudini dannose. Si può ricorrere a questo approccio per gestire lo stress o trattare disagi come ansia, depressione, disturbi dell’alimentazione o fobie. Spesso si tratta di una strategia a breve termine e orientata alla soluzione.
Ad esempio, il tuo terapeuta potrebbe chiederti di individuare un pensiero distruttivo, come: “Il mio capo non ha ancora risposto alla mia e-mail con la proposta, vuol dire che le mie idee fanno schifo. Non sono bravo nel mio lavoro, non mi metterò più in gioco”. Poi lo psicoterapeuta valuterà insieme a te questi pensieri, magari domandandoti se effettivamente conosci il motivo per cui il capo non ti abbia ancora risposto, e facendoti notare che la settimana scorsa durante il colloquio hai ricevuto un buon feedback sul lavoro che hai svolto, per lavorare verso una maggior sicurezza in te stesso nell’esporre le tue idee in futuro.
“Questa strategia può essere ulteriormente strutturata e comprendere esercizi e compiti a casa che aiutano a rinforzare gli strumenti acquisiti”, dice Shannon Chavez, psicologa e sessuologa.
La terapia dialettico-comportamentale è un sottotipo di terapia comportamentale cognitiva sviluppata originariamente per trattare persone con pensieri suicidi e, in seguito, con disturbo borderline della personalità. Tra i diversi scopi può essere utilizzata anche per aiutare persone con disturbi alimentari e problemi di uso di sostanze. La terapia dialettico-comportamentale si concentra sullo sviluppo di quattro abilità principali per aiutare i pazienti ad affrontare meglio conflitti ed emozioni difficili: consapevolezza, tolleranza al disagio, regolazione emotiva ed efficacia interpersonale. Unisce la terapia individuale, la terapia di gruppo e il coaching telefonico tra una seduta e l’altra.
Un altro approccio è la terapia psicodinamica, focalizzata sull’influenza che esperienze e relazioni passate – come quelle dell’infanzia – hanno sul presente attraverso schemi, emozioni e comportamenti. Può essere utile per curare depressione, elaborare i traumi o risolvere questioni familiari o di relazione.
″È un approccio che aiuta a essere consapevoli di forme di pensiero inconsce utilizzando strumenti che facilitano il dialogo tra il cliente e il terapeuta, per guarire ferite passate e costruire consapevolezza di sé”, spiega Chavez.
Un tipo di terapia non convenzionale e alquanto controversa che ha acquisito popolarità è la Desensibilizzazione e rielaborazione tramite movimenti oculari , chiamata anche EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Questo metodo in otto fasi era utilizzato inizialmente per curare il disturbo post traumatico da stress, ma ora è usato anche per trattare altri disturbi mentali, tra cui fobie, stress acuto e problemi di attaccamento, secondo Lois Kirk, consulente professionale abilitata specializzata in EMDR.
Durante la seduta, il terapeuta muove un dito (o una bacchetta) avanti e indietro di fronte al viso del paziente, chiedendogli di seguire i suoi movimenti con gli occhi, mentre richiama alla mente il ricordo traumatico. Alcuni professionisti potrebbero usare segnali tattili come dare dei colpetti con le mani, o segnali uditivi come toni musicali che si alternano da sinistra a destra, seguendo un andamento ritmico. Nel corso delle sedute, le emozioni angoscianti legate all’evento traumatico dovrebbero diminuire, in quanto vengono sostituite da convinzioni più positive.
“Quando si richiama alla mente un ricordo, il contenuto del ricordo non risulta cambiato. Sono l’angoscia emotiva o fisica e le convinzioni negative associate al ricordo a non essere più presenti”, dice Kim Strong, assistente sociale clinico autorizzata presso Wellspace SF e specializzata in EMDR.
“In fin dei conti, l’esperienza con qualsiasi terapeuta è influenzata profondamente influenzata dalla fiducia e dalla sicurezza che percepisci quando ti trovi nel loro studio”.- KATHLEEN DAHLEN DEVOS, psicoterapeuta
I tanti altri approcci seguiti dagli psicoterapeuti comprendono la terapia relazionale, la terapia basata sull’attaccamento, la terapia della Gestalt, la terapia focalizzata sulle emozioni (Emotionally Focused Therapy, EFT), la terapia cognitiva basata sulla mindfulness (Mindfulness Based Cognitive Therapy, MBCT) e la psicoterapia interpersonale (Interpersonal Psychotherapy, IPT).
Quindi qual è il tipo di psicoterapia più adatto alle tue esigenze?
Come prima cosa, chiediti il motivo per cui stai cercando un aiuto professionale: ciò ti aiuterà a definire l’obiettivo della terapia, spiega Griffith Baker. Se speri di capire meglio come il matrimonio problematico dei tuoi genitori influenzi il tuo comportamento nelle relazioni che vivi oggi, allora potresti scegliere un terapeuta che integra l’approccio psicodinamico. Se vuoi acquisire dei rimedi pratici per fare fronte ai disturbi d’ansia, allora un approccio cognitivo-comportamentale farà al caso tuo.
“Ad esempio, una persona che cerca di risolvere dei conflitti attuali relativi alla propria identità sessuale dovrebbe cercare un diverso tipo di terapia da chi invece desidera superare la paura di volare”, continua Griffith Baker.
Fare ricerca sui vari tipi di approcci può essere utile, però è bene non sentirsi sopraffatti dai tecnicismi di questo settore. Ciò che più è importante sarà quanto ti sentirai a tuo agio nell’aprirti con il professionista che sceglierai, commenta deVos.
“In fin dei conti ogni percorso di terapia, qualsiasi professionista tu scelga, è ampiamente influenzato dalla fiducia e dalla sicurezza che avverti quando ti trovi nel suo studio e dalla forza della relazione che coltiverete col tempo, e ciò può avere molto poco a che fare con l’approccio che caratterizza il loro lavoro”, aggiunge.
Fonte: https://www.huffingtonpost.it/entry/come-trovare-lo-psicoterapeuta-che-fa-per-te_it_5d5fdc80e4b0b59d25736497